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TERZO 313() rendeva» sospetta la fede del Palearlo, ma insieme caldamente lo prega a esercitare il suo ingegno soltanto in argomenti di lettere, e a tenersi lontano da certe pericolose quistioni (t. 3, p. 44p)- Ma il Paleario non si attenne a sì saggio consiglio, come pur troppo ci mostrano e l’Azione contro i Pontefici, ed altri libri da esso composti e inseriti nella Raccolta delle Opere già accennata, fattane in Jena, e una lettera a Lutero e a Calvino e agli altri Protestanti, che ne ha pubblicata lo Schelhornio (l. cit. p. 448). Oltre queste opere, ne abbiamo quattordici orazioni di diversi ai gementi scritte con molta eloquenza, per la quale, al pari che per la poesia, avea il Paleario non ordinario talento, molte lettere innoltre, alle quali non poche ne ha aggiunte il sopraccitato abate Lazzeri; e un’altra inedita a Vespasiano Gonzaga per consolarlo nella morte della seconda di lui moglie, si conserva nel segreto archivio di Guastalla; e finalmente alcune altre poesie. Anche nella lingua italiana si esercitò il Paleario, e di lui si ha alle stampe un libro intitolato i Concetti di Aonio Paleario per imparare insieme la Granulile a, e la lingua di Cicerone; col supplimento de’ Concetti della lingua Latina, e col Dialogo delle false esercitazioni delle Scuole (V. Fontani ni colle Note di A. Zeno, t. 1, p. 54, ec.). Di alcune altre opere del Paleario, che si sono smarrite, ragiona il citato Hallbaver. Roberto Titi ha affermato non esser del Paleario il sopraccitato poema (ivi). Ma non si sa qual pruova ei n’avesse; nè è sì agevole a produrre tali ragioni