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2094 LIBRO quattro libri di Poesie liriche, stampate in Venezia nel 1550; Giuliano Princivalle da Camerino, dato da Leon X per precettore, o per aio al Cardinal Innocenzo Cibo, e che poscia nel sacco del 1527, vedendo i crudeli e ignominiosi tormenti che si davano da’ vincitori a coloro che erano in concetto di denarosi, gittossi disperatamente da una finestra, e morì sul colpo (Valer, de Infelic. Literat. I. i) * e Francesco Panfilo da Sanseverino nella Marca, di amendue i quali poeti ragiona più a lungo, e ci dà qualche saggio delle lor poesie il signor Lancellotti (Mem, della Vita del Coloccit p. 70, 54). Il Calcagnini dà il nome di soavisrientrato finalmente in grazia di Leoi^X, e da lui promosso al vescovado di Guardia, e onorato poscia di luminosi impieghi, è «lata da me descritta c inserita uel tomo xvi di questo Giornale di Modena , ove ancora ho dato ragguaglio delle opere che ce ne sono rimaste , e di quelle che sono smarrite. Ad esse dee aggiugiiersi un poemetto ms. in versi esametri, diretto «1 doge Leonardo Loredano, e intitolato: De noci urna visione Mense Decembri Silva XXXV, indicatomi dal sig. D. Jacopo Morelli che lo avea veduto. In esso finge il Ferreri che S. Marco conducalo in Paradiso, ove gli mostra le anime degli croi Loredani, e la sede preparata al doge Leonardo. Alla line si legge: Dal. Fenrl. Id. Dee. MDFtt. Il sig. abate Marini, nella bella sua opera degli Archiatri ponliiicii (l. 1, p. ^43), avverte che nell’archivio di Castel S. Angelo conservasi la rarissima edizione iù pergamena degli Atti del suddetto Concilio di Pisa fatta in quel tempo, in cui spesso s’iucontra la sottoscrizione originai del Ferreri. Di lui ha pailato anche il P. Angiolgabriello da Santa Maria (Scritt. vircnt. t. i\, p. 20 , ec.). Ma ognun può vedere quanto scarse e inesatte siano le notizie che ce ne ha date.