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I9y4 LIBRO allora ebbero plauso, perchè era facile l ottenerlo, ma che furono dimenticati, quando si richiamò dal sì lungo esilio l’antica eleganza. Fra’ cattivi poeTi fu ancor riposto dal conte. Niccolò d’Arco il medico mantovano Giambattista Fiera, contro cui sembra ch’ei fosse altamente sdegnato. Ecco com’egli ne parla scrivendo a Jacopo Calandra: Remitto tibi Carmen invenustum, Calandra optime, pessimi Poetae, Immo toxica ferrei Fierae Insulsi, illepidi, et senis recocti. L. 3, carm. 15. E altrove ancora ne parla con molto disprezzo (epigr. 16, 17, ec.). Fu per altro il Fiera uom dotto in medicina, in filosofia e in belle lettere, e molte opere in prosa e in verso se ne hanno alle stampe, fra le quali un poema De Deo Homine. Ma lo stile ne è rozzo comunemente, gonfio ed oscuro. Di lui più copiose notizie somministrerà a chi le brami il chiarissimo Bettinelli (Delle Lett, ed Arti mantov. p. 99, ec.). Ad essi si può aggiugnere un cotal Perisaulo Faustino Tradocio, di cui si hanno alle stampe alcune poco felici Poesie latine stampate in Venezia nell’an 1524 Ed altri ancora se ne potrebbon qui additare, se la copia degli eccellenti poeti che ci si offre innanzi, non ci persuadesse a passar sotto silenzio coloro che non son degni di sì bel nome. Ma se furono anche a que’ tempi poeti duri ed incolti, fu frutto del buon gusto, che regnava in quel secolo, il disprezzo e la dimenticanza in cui giacquero; e noi ancora perciò, senza trattenerci