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TERZO igy3 eccellente poeta, e che questi son pregi di cui a pochi è liberal la natura. Ma finalmente, s’ei non avrà i voli di un Orazio, la maestà di un Virgilio, la naturalezza di un Ovidio, ne avrà almeno la somiglianza; e se non potrà ritrarne in se stesso l’anima, ne ritrarrà almeno i lineamenti e i colori. La stessa fatica che gli è necessario di sostenere scrivendo in una lingua non sua, e cercando le voci adattate alle leggi del metro, lo costringe quasi suo malgrado a riflettere e a pensare. Quindi, come la facilità del verseggiare in lingua italiana rende, come si è detto, difficile il verseggiare con eleganza, così per l opposto la difficoltà a verseggiare in lingua latina rende, per così dire, più facile il verseggiare con eleganza; o, a dir meglio, ci sforza ad usar quello studio e quell’ attenzione di cui l’ eleganza suol esser frutto., 11. Nè io voglio inferire da ciò che mediocri e cattivi poeti latini non vivessero anche nel secolo di cui scriviamo, e al principio di esso singolarmente, quando l'antica barbarie non era ancora interamente dileguata. Andrea Alciati scrivendo nell’an 1520 a Francesco Calvi (postMarq. Gudii Epist. p. 84), gli manda alcuni suoi Endecasillabi contro i cattivi poeti, e in essi veggiam nominati i seguenti: Marsi, Camperii, Rubri, Caquini, Saxae, Cantalyci, Plati, Paloti, nomi oramai sconosciuti, seppure nel secondo verso ei non intende di nominare Panfilo Sassi, il Cantalicio e Piatino Piatti da noi nominati nella storia del secolo xv, poeti che