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ao68 libro però sono tra essi assai colti e leggiadri; e noi parleremo tra poco di due tra essi forse i più celebri, cioè di Lorenzo Gambara e di Giuseppe Milio Voltolina. A’ poeti bresciani succedono i mantovani, e Marcantonio Antimaco uno dogi’ ri, terlocutori del Dialogo è quegli che ne fa l’e, logio. Alcuni di essi sono or poco noti, come Geremia Cusaturo sacerdote, di cui dice che con Ovidiana facilità stesi avea cinque libri di Fasti, i quali però da lui non erano stati pub. blicati, e da’ discendenti di esso erano stati soppressi; e Giannantonio Borgo, professore in Ferrara, che molti versi avea parimenti cotn posti, ma da lui letti solo confidentemente a’ suoi amici. Più celebri sono Galeazzo Gonzaga che visse lungamente alla corte di Ferrara, e che allora pel duca Ercole II governava Modena, di cui, egli dice, si leggono molte, ma inedite Poesie; Pellegrino Morato, Olimpia di lui figliuola, Giara batista e Antonio Possevino, tutti scrittori da noi rammentati altrove. XXIX. Fra tutti i Mantovani però ottennero ! nel poetare fama maggiore i due fratelli Lelio e Ippolito Capi lupi (a), nominali qui dal Giraldi, a’ quali possiamo aggiungere l’altro loro fratello Cammillo, le Poesie de’ quali furono unitamente stampate nel 1540. Lelio fu il maggiore d’età, e nacque nel 1501, e si rendette famoso singolarmente pe’ sui Centoni, ne’ quali ebbe una rara facilità, degna d’esser lodata, se tal (o) Intorno 11 questi e ad altri Ca|»11upi belle notirie ci somministrerà, io spero, il eh. sig. ubate Andres, quando pubblicherà il Catalogo della loro Biblioteca.