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TERZO I 251 sponendo in breve quelle poche notizie che ci è avvenuto a rinvenirne. Egli ebbe a suo maestro in Piacenza Benedetto Labadino, che fu professore di molta fama, e a cui perciò molte egli indirizza delle giovanili sue poesie. E in quei primi studi fece sì felice progresso, che in età di dodici anni compose una non inelegante elegia, la qual leggesi tra le accennate poesie (Lul. Pueril. p. 22) (*). Da Piacenza passò a Bologna, ove si diede a scolaro al celebre Romolo Amnseo, come raccogliamo da un’ altra elegia eli’ egli inviò a questo suo amato maestro (ih. p. 5). Da Bologna si trasferì a Ferrara a continuarvi i suoi studi j e ciò dovette accadere tra il ¡53^ e '1 1 f>4 < > ne’ serondo delle sue Memorie per la Storia letteraria di Piacenza (p.?.3o) ha ron somma esattezza ragionato di questo valoroso scrittore; e oltre alcune più minute circostanze spettanti alla vita e alle opere di esso, lui anche prima d’ogni altro osservalo ch’ei morì u’2? di luglio del i564 in età di soli quarantatre anni compiti. (*) Oltre le Poesie del conte. Costanzo I.andi, stampate in Firenze nel 1549), deesi accennare un codice manoscritto che se ne conserva nella real biblioteca di Parma, di cui mi ha data notizia il ch. P. Ireneo A 07* bibliotecario della medesima. Esso ci mostra che nel i 54> era il Landi in Bologna, prima di andare a Roma col co. Paolo Scotti, perciocchè la lettera, con cui le offre a un certo Agostino, il cui cognome è cancellato nel codice, è segnala Bono ni ac Sexfo idus Febrtiarii 15^5. Tra queste poesie alcune sono inedite, e due singolarmente son (degne di'osservazione, perciocchè sono scritte, una a Girolamo Visconti, Poltra ad Ippolita Malaspina marchesana di Scaldasole, all’occasione che per non so quale ordine del marchese del Vasto ei dovette lasciare l università di Pavia: cum edicto Marchionis ì aiti a Ti cinemi A endemia dùcessurus esse/.