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TFIÌZO,247 primo a illustrare questo argomento fu Enea Vico parmigiano di nascita (*)* ma che parte della sua vita passò in Venezia, e parte al servigio di altri principi; perciocché hrancesco Edovari dn Erba nel suo Compendio storico mss. di Parma dice eh’ ei fu intagliatore di stampe di rame e di bronzo, e che fu con ottimo stipendio trattenuto da Carlo V, da Cosimo de’ Medici e da Ercole li duca di Ferrara (il che si conferma ancora da una lettera inedita, di cui ho copia, da lui scritta a don scrittori di que’ tempi. Ei fu ancora felice coltivatore della latina poesia, e molti componimenti se ne hanno alle stampe, pubblicati separatamente in diversi anni dal 1510 fino al 1527, nel qual ultimo anno ancora ei pubblicò la sua opera in cinque libri sulle Antichità di Roma. (*) Il sig. abate Lampillas (Saggio, par. 2, t. 2, p.) mi avverte che Enea Vico non fu il primo ad illustrare le antiche medaglie, perciocché Gio. Andrea Strany valenzano fin dal 1527 le avea illustrate. Egli mi perdonerà, io spero, se non ho avuto notizia di un’opera che è citata nella Biblioteca valenzana, libro certamente da me non veduto. Converrebbe però vedere di qual pregio sia quel libro. Certo se l autore ha scritto, come si legge presso l'abate Lampillas, Veterarum Inscriptionum, non possiam formare un’idea molto vantaggiosa. Ma questo sarà probabilmente un errore di stampa. In questo ducale archivio conservansi molti abbozzi di opere intorno alle antichità romane cominciata dal Vico, ma non finite; e gli abbozzi medesimi sono sì intralciati e confusi, che troppo difficil cosa sarebbe il raccoglierne qualche parte compita; che vi ha ancora una lettera del medesimo Vico al duca Alfonso II, scritta da Ferrara a’ 23 di settembre del 1565, intorno alla compra di certe antichità ch’egli stava contrattando in nome del duca.