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TERZO 1967 Poloni, si posson aggiugnerc due lettore «li Pietro Aretino scritte nel settembre dell’anno stesso, una al Corvino, in cui gl’ ingiugne di congratularsi col Tolommei del P escomilo inutile accettato, l’altra al Tolommei medesimo (A re ti n. Lctt. I 5, p. 158, 163). L’an 1552 era in Siena, ov ebbe l’ onore di essere nominato tra’ 16 cittadini destinati a provvedere alla conservazione della comune libertà; e perchè i più opinavano che si dovesse mandare ambasciata al re di Francia per rendergli grazie della protezione loro accordata, fu a ciò scelto il Tolommei con tre altri de’ principali cittadini, e abbiamo alle stampe l’ Orazion da lui detta in Compiegne nel mese di dicembre dell’ anno stesso innanzi al detto monarca. Circa due anni si trattenne in quel regno, e tornato in Italia verso la fine del 1554j Tanno seguente, a' 23 di marzo, finì di vivere in Roma, come con ottimi argomenti dimostra il marchese Poleni contra la comune opinione che il fa morto solo nell’an 1557. LXXV1I. Fu il Tolommei uno de’ più benemeriti scrittori della lingua italiana, che avesse < il secolo di cui trattiamo: anzi ei volle giovarle più ancora che non faceale d’uopo, col raddoppiare e triplicare le lettere, di che diremo altrove. Egli entrò ancora nella contesa che fu allora agitata più assai che non meritava, cioè se la nostra lingua dir si dovesse italiana, o toscana, o volgare; del che egli tratta nel suo Cesano. Questa pare che fosse l opera di cui egli scrivea alla marchesa di 4