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I ijtìi I.IRfcO di tredici, co’ quali Francesco Patrizii distese il suo poemetto intitolato XBrillano, di di quattordici e di diciotto, che da Bernardino Baldi furono introdotti, dello sdrucciolo di sedici sillabe usato da Luigi Alamanni nella sua commedia detta la Flora, e di qualche altra sorta di versi, de’ quali più distintamente ragiona il Quadrio (t. 1, p. 644?). Ma ciò che mosse maggior rumore, fu il pensiero di Claudio Tolommei di voler ridurre i versi italiani al metro e all’armonia de’latini; pensiero ch ebbe allora alcuni seguaci, ma che combattuto da più altri, e dalla sperienza medesima riprovato, cadde presto in dimenticanza. Ma il Tolommei fu uom troppo celebre ne' fasti della letteratura, perchè noi dobbiam nominarlo sol di passaggio. Il marchese Poleni è stato il primo a raccoglierne le notizie (Exercitat. Vitruv. 1, p. 50) e a parlarne con molta esattezza. E noi \ alendoci di esse, e accennando le cose da lui già abbastanza provate, potremo ancora aggiugnerne qualche altra da quel dotto scrittore non avvertita, e porrem con ciò (fine a questo sì lungo capo. LXXVI. Claudio Tolommei di antica e nobil famiglia sanese era nato circa il i493Benché nulla si sappia degli studi da lui fatti negli anni suoi giovanili, come avverte il suddetto marchese Poleni, una curiosa circostanza però ce ne racconta Orazio Brunetti, cioè che avendo ricevuta solennemente la laurea, volle poi con eguale solennità esserne spogliato: Come si dice del gran Tolommei, il quale con