Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VII, parte 3, Classici italiani, 1824, XII.djvu/695

TERZO l847 dedicando, con sua lettera del primo di febbraio del 1581. la Gerusalemme del Tasso al duca Carlo Emanuele di Savoja, ci dice che la venuta di esso a 'Torino era seguita due anni e mezzo fa, cioè circa l’autunno del 1578, e ce la narra con circostanze molto diverse: Due anni e mezzo fa, quando il povero Sig. 'Torquato Tasso portato dalla sua strana malinconia si condusse sin alle porte di Turino, onde per non haver fede di sanità venne ributtato, fui quegli io, che in ritornando dalla Messa udita a Padri Cappuccini lui incontrato introdussi nella Città, fatte prima capaci le guardie delle nobili qualità sue, che (come che ei fosse male all ordine e pedone). non però affatto si nascondevano sotto a sì bassa f ortuna. L'Altezza Vostra Serenissima fu poi che l accarezzò e favorì; e se non che il Sig. Marchese dEste r havea già raccolto et accomodato, occupando in ciò il luogo alla cortese volontà di Monsignor di Torino, son certo, ch ella saria stata quella, che l avrebbe ricevuto e fattolo di tutto ben provvedere: tanta in lei si conobbe pietà di così indegna miseria, e. tale di sì alta virtù gusto ed ammirazione. Ma il Tasso frattanto, rinatogli in cuore famore di Ferrara, adoperossi per ritornarvi, e l ottenne. Non sì tosto vi fu giunto nel 1579, che comunque vi fosse ricevuto con somma festa, ne’ raggiri de’ cortigiani e nel contegno del duca gli parve di prevedere nuove sventure. Sdegnato perciò, lasciossi fuggir di bocca parole poco rispettose e pungenti contro il duca e contro i suoi ministri. Quindi per ordin del duca, che volle