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TERZO 1787 fino eia’ primi anni si applicò con sommo ardore agli studi. L innalzamento al pontificato di Leon X, che gli era cugin germano, gli fece concepir le speranze di avere un onorevole guiderdon de’ suoi studi nella dignità di cardinale, ed ora opinion comune di Roma, che ad essa dovesse Giovanni esser promosso. Ma alcune considerazioni ne fecer differire al pontefice la promozione, e frattanto ei venne a morire, mentre il Rucellai era nuncio in Francia, e poco accetto a quella corte a cagion della guerra che il pontefice avea al re dichiarata. Tornato il Rucellai a Firenze, fu dalla sua patria inviato ambasciadore a Roma a complimentare il nuovo pontefice Adriano VI, nella qual occasione recitò l orazione latina ch è stata pubblicata nel Giornale de’ Letterati d’Italia, ove esattissime notizie si danno di questo scrittore (t 33, par. 1, p. 230). Il pontificato di Clemente VII parve più favorevole al Rucellai, il quale fu tosto nominato castellano di Castel S. Angelo, impiego che allor conduceva direttamente all’ onor della porpora. Ma mentre il Rucellai lo aspetta, e Clemente, secondo il suo usato costume, va indugiando, quegli assalito da mortal febbre, finì di vivere verso il 1526. Tutto ciò abbiamo da Pierio Valeriano ch era allora in Roma (De Litterat Infel. l. 1 p. 73). Il poemetto delle Api, il qual pure è un de migliori che abbia la volgar lingua, fu pubblicato da Palla di lui fratello dopo, la morte di Giovanni nel 1539), e nel frontespizio si afferma ch esso era stato da Giovanni composto, mentre era in Castel S. Angelo. Sembra