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1^58 LIURO medesimo di veleno. Intorno a che, e all epoca della morte del Berni, che più probabilmente si fissa a’ 26 di luglio dell’anno i53(5, benché pure non lievi sieno le difficoltà in contrario, veggasi il soprallodato scrittore; il quale ancora distintamente ragiona del carattere e de costumi di questo capriccioso poeta, di cui in breve può dirsi che le sue Poesie stesse ci mostrano chi egli fosse. Queste per consenso dei’ migliori scrittori sono le più pregevoli che abbia in questo genere la volgar poesia; e le piacevoli fantasie, e la facile e naturale eleganza con cui sono scritte, hanno loro ottenuto il primato sulle altre tutte. Ed è degno di riflessione ciò che osserva il conte. Mazzucchelli, che benchè le Poesie burlesche del Berni sembrino scritte a penna corrente, e senza alcuna difficoltà, il loro original nondimeno pieno di cassature e di correzioni, ch era già presso il Magliabecchi, ci fa vedere quante volte correggesse egli il medesimo verso. Ma il pregio che loro viene dall eleganza, è oscurato non poco da’ troppo liberi equivoci e dalle oscene immagini di cui le ha imbrattate. Dell Orlando del conte Matteo Maria Boiardo da lui rifatto, si è detto altrove (t 6, par. 2). Di altre operette di picciola mole, altre stampate, altre inedite, e fra queste della Vita dell Aretino (*) mortai nimico (*) Benché il co. Mazxuechelli abbia creduta inedita la Vita dell’ Aretino scritta dal Berni, e finta perciò la data dell’impressione (che se ne legge nella copia ms. che avea Apostolo Zeno, ella però è veramente stampata colla data medesima, e ne ha copia in Venezia il N. U. sig. Tommaso Giuseppe Farsetti.