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1754 tlBRO come suole avvenire de’ primi sforzi, non fu molto felice. La gloria di aver fatta italiana la satira era riserbata al grande Ariosto. Di lui diremo più sotto, ove ragioneremo degli scrittori de poemi. Qui avvertirem solo che le Satire da lui scritte, e più volte stampate, per quella facilità ch è tutta propria di questo poeta, e per quel sale di cui sì bene sa condire la poesia, sono tra le migliori che abbiamo, e forse non ve n’ha altre che lor si possano preferire. Dietro all’Ariosto venne Ercole Bentivoglio, al cui valore nella volgar poesia aggiunse gran lustro la nobiltà della stirpe (a). Figlio di Annibale II Bentivoglio, e nato in Bologna nello stesso an 1506 in cui quella nobil famiglia ne perdette il dominio, fu tra le fasce trasportato a Milano, e indi in età di sette anni a Ferrara, ove ricevuto onorevolmente alla corte, come nipote del duca Alfonso I, vi ebbe quella educazione che a lui conveniva; e tra poco divenne oggetto di maraviglia a quanti il conoscevano pel suo talento nel coltivare la volgar poesia, e per la perizia singolar nella musica, e insiem per l’innocenza e l onestà de’ costumi. Magnifico è l’elogio che ne fa il Gira Idi, a lui dedicando il sesto e i due seguenti Dialoghi della Storia degli antichi Poeti, da lui destinati al conte. Guido Rangone zio materno di Ercole, e morto prima ch’ essi si pubblicassero. Io mi astengo dal riferirlo, perchè esso riportasi (a) Si può vedere il diligente articolo che intorno ad Ercole Bentivoglio ci lui dato il eli. sig. conte Ciò. Fantuzzi (Sciiti. bologn. t. 1, p. 79, ec.).