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TERZO 1747 Ferrara a’ i5 d'aprile del detto anno, ei dice che il Mazzolino avea tenuti al sacro fonte i suoi figliuoli. Fu questo il primo Rimario che vedesse la luce, a cui poscia successe quello di Giammaria Lanfranco parmigiano, stampato in Brescia nel 1531, indi quello di Benedetto di Falco napoletano, pubblicato in Napoli nel 1535, quel di Onofrio Bononzio veronese in Cremona nel.1556, e finalmente que'del Ruscelli e dello Stigliani Il Morato, nella lettera stessa, promette un’ altra sua opera in dichiarazione de passi più oscuri di Dante e del Petrarca; ma questa non è mai uscita alla luce, e forse non potè egli finirla per le vicende alle quali fu poscia soggetto. Se le Lettere di Celio Calcagnini avesser tutte segnato il tempo in cui furono scritte, o se fosser disposte con ordine cronologico, noi ne avremmo ivi chiaramente distinta l’origine e le conseguenze. Ma la confusione che in esse regna, fa che sappia.» solo le cose, senza poterne accertare l’epoche e la successione. È certo che il Morato fu costretto a partir da Ferrara e non ce ne lascia dubitare una lettera del Calcagnini a lui scritta (Op. p. 156), in cui di ciò altamente si duole, ne rigetta la colpa sulla malignità de’ nemici che avea il Morato in Ferrara, dice che gli scolari di lui ricusavano di udire altri maestri, non isperando di ritrovare chi a lui somigliasse, e lo avvisa che ha tenuto al sacro fonte una fanciulla che di fresco gli era nata. Qual fosse il motivo di tal partenza, il Calcagnini espressamente nol dice. Ma in un’altra lettera allo stesso Morato ci fa congetturare che un libro da esso composto,