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l6|)0 LIBRO quale io rimanilo olii brami averle (*) ag»ùugnendo solo ch’ egli ebbe commercio di lettere con D. Ferrante II Gonzaga duca di Guasi alla; o. io ho copia di molte di esse a lui scritte, i cui originali conservansi nell archivio poc’anzi accennato: una delle quali, scritta a’ 22 di maggio del i5i)5, ci mostra che egli era in quell’ anno conservatore nella sua patria. Esse ancora si scuoprono ch’ egli era geloso della gloria di Torquato Tasso, perciocchè spesso lo morde, e ne critica amaramente diverse poesie. Girolamo Zoppio, le cui Rime insieme con alcune Prose furono stampate in Bologna sua patria nel 1567, dopo di essere stato più anni professore di logica nell università di Macerata, ove fu anche uno dei" fondatori dell’ accademia de Catenati, tornato alla patria, vi fu professore di belle lettere, e vi morì nel 1591 (V. Orlandi, Scritt. bologn. p. 178). Ei segnalossi principalmente nella contesa intorno a (*) Alle notizie che il co. Mazzucchclli ci dà di Dio* mede Borghesi, si può aggiugnere che ad ottener la cattedra di lingua toscana iu Siena, la quale il detto scrittole afferma che gli fu coulerita nel 1 ^80, ci si valse della mediazione del principe Cesare d’Éste, pui duca di Motleua, a cui mandò perciò copia dell' orazione allora da lui recitata e dala olle stampe, con una sua lettera, la qual conservasi iu questo ducale archivio, e in cui il Borghesi gli scrive che glieli manda affine ili farle vedere, che ha raccomandato al Serenissimo Gran Duca suo cognato e mio Signori• un genti Uniamo non indegno della grazia di S. A. La lettera è segnata a* 14 di marzo del i588, il che potrebbe indicarci che fin dalF anno innanzi egli avesse quella cattedra. Ma foisc ei segui V uso fiorentino.