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TERZO 1673 dice (Tolom. Lett, p. 4° » Ven. 1565), una Tragedia (cioè la Tullia) di M. Lodovico Martelli giovine Fiorentino, il quale, se la fortuna invidi atri ce delle altrui virtù non avesse così tosto tolto al mondo, avrebbe forse con alto grido fatto risonare il nome suo. Questa lettera ci assicura che Lodovico non morì già nel 1533, come inclinava a credere il Crescimbeni, ma più probabilmente circa il 1527, secondo l’opinion di più altri. Fratello di Lodovico fu Vincenzo, di cui insiem colle Rime si ha alle stampe un volume di Lettere, molte delle quali ancora si leggon tra quelle dei’ XIII Uomini illustri, pubblicate in Venezia nell’anno 1564 Ei fu uomo, come da esse raccogliesi, soggetto a molte vicende, caro dapprima al principe di Salerno, presso cui era già stato il fratello, e presso cui ricoverossi pure Vincenzo, dopo essere stato giuoco della fortuna, dic egli stesso (Lett di XIII Uom. ill. p. 6), e gittato quasi nel più infimo luogo; quindi fattogli cadere in sospetto, singolarmente all’ occasione del disparere che fu tra ’l Martelli e Bernardo Tasso, se il principe dovesse o no accettar l’ambasciata a Cesare da’ Napoletani offertagli, per distoglierlo dal pensiero d introdurre l Inquisizione in quel regno, nel che il Martelli persuadeva il principe a ricusarla, il Tasso ad accettarla (V.Lett. di Bern. Tasso, t.1,p. 570, ec.)’r chiuso poi in prigione, non si sa bene per qual motivo, nella qual occasione si astrinse con voto, ove ottenesse la libertà, come avvenne, a intraprendere il pellegrinaggio di Gerusalemme Tira boschi, Vol. XII. 33