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iG^O LIBRO mente XI. Finalmente credono alcuni che la Vita ms. dell’ Aretino, che va sotto nome del Berni, fosse opera veramente del Franco; intorno a che veggasi il conte. Mazzucchelli (Vita di P. Aret. p. 29; Scritt. it. t. 2, p. 994), il quale ne ha pubblicato un tratto. Non vuolsi però tacere che in mezzo al biasimo e alla vergogna di cui colle sue proprie opere si ricoperse il Franco, non gli mancarono lodatori; e che oltre un epigramma in onor di esso composto da Niccolò d’Arco (l.2, carm. 61), piacevole è una stanza dello Speroni, in cui scrivendo a una certa Porzia dal Franco amata, così gli dice: Porzia gentil, Messer Niccolò Franco È un gentiluomo pien di cortesia > Bello, come son io, o poco mancot Figli noi di Febo e della Poesia. Ed ebbe voglia anch ei di nascer bianco; Ma vide in quel color non riuscia. Tutto è bel, tutto è buon, tutto è modesto, Tutto è di grazie e di virtù contesto. Op. t. 4* p- 381. ^ VII. Io vo scegliendo fra la turba innumerabile de’ rimatori alcuni o per valore d ingegno, o per varietà di vicende più degni di special ricordanza, e ne lascio in disparte moltissimi, de’ quali non giova il far distinta menzione. Si veggano le diverse Raccolte pubblicate in quel secolo, delle quali ci dà l’indice, benchè non compito, il Quadrio (t. 2, p. 347), e vi si scorgerà un tal numero di poeti che muove a maraviglia. Si cominciò fin d allora a fare ancora Raccolte di rimatori di qualche città; o