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164 ^ LIBRO lungo e inutile, dice egli, sarebbe [' inserir nella Storia (a). XXV. Ma io mi avveggo di esser quasi mio malgrado entrato in un argomento di sterminata estensione, prendendo ad annoverare coloro che della perizia nel greco ci dieder pruova colle lor traduzioni, o con altre opere somiglianti, de’quali io potrei continuar ragionando per lungo tratto. Diam dunque fine a questo capo col ragionare di un vescovo che fu in questa lingua dottissimo, e che ne promosse lo studio col raccogliere una copiosissima biblioteca di libri greci. Parlo di Filippo Sauli genovese, vescovo di Brugnate, cugino di Stefano da noi mentovato altrove, e del celebre Cardinal Bendinello. In età di soli ventun anni fu da Giulio II sollevato alla vescovil dignità nel 1512, e fu ancora più d’una volta inviato dalla sua patria all’imperador Carlo V. Lo studio della lingua greca fu la principale occupazione di cui si compiacque, e ne diè saggio nel pubblicare la traduzione de’ Comenti di Eutimio Zigabeno su’ Salmi, della qual opera, e insieme della gran copia di libri greci da lui raccolti, fa menzione con somma lode il Cortese in una sua lettera a Dionigi Fauclier: Sa alio (a) Intorno alla vita e alle opere di Giainbatisla Ca» mozzi più copiose notizie si posson vedere nel Saggio di Memorie degli Uomini illustri di Asolo del sig. conte Pietro Trieste (p. 32, e«-.); a cui però deesi aggiu* gnere che due altre opere di esso trovatisi nella biblioteca Barberini, cioè un Fomento da Ini scritto in Alcibi<idem Platonis, e l Olimpiodoro stille Meteore d Aristotile da lui tradotto dal greco.