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TERZO J G33 Malizio il vecchio, come si è detto a suo luogo, morì verso l’aprile del 1515, e perciò nel corso dell’anno stesso si debbon supporre scritte le lettere sopraccennate, ed era perciò fin d’ allora assente dall’ Italia Severo. La congiura contro di Leon X fu ordita solo nel 15 j *(Marat. Ann. d[tal. ad h. an.), nè potè perciò avere in essa parte alcuna Severo. Nè può dirsi che questi tornasse forse in Italia e alla corte del Cardinal Sauli, e che involto nella procella della detta congiura, fosse costretto a partirne di nuovo. Un’ altra lettera a lui scritta dallo stesso Cortese ci pruova che almeno fino al 1520 era sempre stato Severo lontan dall Italia. Gli ricorda in essa il Cortese (l. c. p. 178) le correzioni suddette che quegli avea promesso d’inviargli, e la risposta ch’egli fatto gli avea. Quindi soggiugne che non avendone più avuto riscontro alcuno, temeva che quella sua lettera si fosse smarrita; che ora Ercole Gonzaga vescovo di Mantova, avendo da lui udita tal cosa, avea gli ingiunto di scrivergli nuovamente, e di fargli, istanza, poichè mandasse quell’opera in Italia, la cui stampa avrebbe procurata egli stesso. Or Ercole Gonzaga, che qui è nominato come vescovo di Mantova, fu a quella sede innalzato nel 1520 (Ughell, Ital. sacra, t. 1 in Episc. mantuan.), e perciò non prima di quell anno dovette questa lettera essere scritta. Finallora dunque era stato lontan dall Italia Severo, e quindi non è possibile che fosse complice in alcun modo dell' accennata congiura. Non sappiamo però bene qual fosse il motivo di sì lunga assenza; ed è certo