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l63o LIBRO di Lombardia Monaco di Ci stello, e dotto nelle buone Lettere, delle quali ne facea professione, visse alcun tempo in Corte del Cardinal Sauli. Il quale essendo condennato per la congiura contra Leon X, questo Monaco come consapevole si fuggì incognito, et ricoverò in Lamagna, dove ultimamente morì. Il Porcacchi al contrario, nelle sue note al medesimo passo crede che l’ Ariosto non parli già del^nionaco di Cistello, di cui ripete le cose che ne narra il Fornari, ma di un altro Severo monaco camaldolese. Contro questa asserzion del Porcacchi ha scritto a lungo il P. Niccolò Baccetti cisterciense nella sua Storia latina della Badia di Settimo (p. 228, ec.), stampata in Roma nel 1724 il quale dimostra con assai forti argomenti che l Ariosto parla del monaco di Cistello, non di quel di Camaldoli, e si fa ancora a difenderlo dalla taccia appostagli di essere stato consapevole della congiura del Cardinal Bendinello Sauli, alla qual voce diè forse ancora occasione l essere stato Severo maestro nelle lingue latina e greca del Cardinal Alfonso Petrucci, che di quella congiura fu il capo (Valerian. De infel. Literat l. 1, p. 12). Le pruove ch’egli ne arreca, sono assai conchiudenti; ma una ancor più luminosa ce ne somministran le Lettere del Cardinal Cortese allor monaco. Questi essendo ancor giovinetto, e scolare in Roma tra 'l 1500 e ’l 1504, avea ivi conosciuto Severo; e io credo che gli desse occasione a conoscerlo la stretta amicizia che questo monaco avea con Paolo Cortese. Questi, nella sua opera da noi altrove lodata De