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TERZO ll[)9 scitte al Panvinio, dalle quali si scorge l’intima famigliarità che tra loro passava, e l ajutarsi che facean l’un l’altro nelle loro scoperte (Sigon Op. t, 6, p. 994, ec.) (’). Ma il più ordinario soggiorno del Panvinio fu in Roma, ove fu dapprima carissimo al Cardinal Marcello Cervini, da cui, quando fu eletto pontefice, avrebbe potuto sperare ogni cosa, se una troppo immatura morte non l’ avesse privato del suo protettore (a). Passò indi alla corte del Cardinal Alessandro Farnese, con cui nel i568 viaggiò in Sicilia; ma giunto a Palermo cadde gravemente infermo, e in età di soli tre n Uno ve anni

O II sig. ab. Lampillas vuole (Saggio, par. 2,/. 2, p. 314) cl»e il Panvinio abbisognasse di essere aiutato, guidato, illuminato da uno Spaglinolo per trovare la vera strada alle recondite antichità, cioè dal celebre Antonio Agostino, lo non cedo ad alcun altro nello stimar l’Agostino, e s io avessi scritta la Storia della Letteratura spaglinola, e non dell* italiana, ne avrei latti i dovuti elogi. Convien però, clic il sig. abate Lampiilas avverta rlie qu indo si parla rii on noni facoltoso e» liceo c benefattore, gli encomii soglion crescere nlqnnnto sopra il dovere, e che perciò non è maraviglia che il Panvinio povero religioso tisane quelle espressioni riguardo all’Agostino, che forse non avrebbe usato, se questi non fosse stato un illustre prelato. Uiguardo poi .«I confronto eh’ ei fa, »lei sapere dell’ uno e dell5 altro, già io mi son dichiarato che sfuggo comunemente di entrare in paragoni, ove singolarmente essi riescono odiosi. (ri) Il Panvinio con Breve di Pio IV de’ 24 gennaio del 1565 a lui sommamente onorevole, pubblicato dall’ab. Marini (Degli Archiatri ponti f. t. 2, p. 307), fu nominato correttore e revisore de’ libri dell.» biblioteca Vaticana collo stipendio di dieci ducati d’oro al mese.