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TERZO 1G17 Mantova passò nello stesso impiego a Ferrara; e il conte. Mazzucchelli osservando che nell’iscrizion sepolcrale da lui riferita si dice che insegnò per venti anni, e ch era già morto al principio del 1552, ne inferisce (Seriti. ital. [,, par. 2, p. 843) che colà si recasse verso il 1532. Ma una lettera di Francesco Davanzati a Pier Vettori, scritta al primo d'aprile del 1547 (Cl Viror. Epist ad P. Victor, t. 1, p. 58), ci scuopre che in quell’anno avea l’Antimaco già deposto l'impiego d’insegnare pubblicamente. Quindi se per venti anni il sostenne, convien fissarne il passaggio a Ferrara circa il 1527. Ei giunse all’ età di scttantanove anni, e finì di vivere nella stessa città di Ferrara. Il conte MaZzucchelli annovera le traduzioni da lui fatte dal greco della Storia di Gemisto Pletone, e di alcuni opuscoli di Dionigi rPAIicarnasso, di Demetrio Falereo e di Polieno, che furon congiuntamente stampate in Basilea nel 1540, con un’orazione deirAnlimaco in lode della greca Letteratura. Aggiugne ch’ei pensava ancora di tradurre in latino il trattato intero dell' Interpretazione del suddetto Demetrio. E in fatti il Davanzo ti, nella lettera sopraccitata, prega il Vettori a nome dell'Antimaco d’inviargli copia dell’edizione ch’esso aveane fatta e illustrata con note, e di aggiugnervi altre note che per sorte vi avesse poi fatte, e che non fossero ancor pubblicate. Ma il Vettori risposegli (Victor. Epist. l. 1,p. 22) che avrebb’egli bensì mandato il libro stampato, ma che delle nuove annotazioni non ancor pubblicate pensava di far uso egli stesso in una nuova edizione che stava apparecchiando.