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l6o4 LIBRO XV. Al tempo medesimo in fatti in cui i Greci già mentovati andavano sempre più felicemente propagando in Italia lo studio della greca letteratura, molti Italiani e col pubblicar le opere con cui facilitare la cognizione di quella lingua, e coll insegnarla dalle pubbliche cattedre, gareggiarono in ciò co’medesimi Greci, e talvolta ancora li superarono. Tra essi fu un de’ primi Guarino natio di Favera presso Camerino il quale perciò, secondo l’uso introdotto a que’ tempi da Pomponio Leto, si appellò Varino Favorino, e talvolta Varino Camerte. Fu scolaro in Firenze del Poliziano e di Giovanni Lascari; e il primo singolarmente lo amò assai pel raro) talento che in lui scorse, e ne parlò con onorevoli elogi in più occasioni, e principalmente in una lettera a Maccario Muzio concittadino del Favorino: Varinus Ci vis tana, auditor meus, ad summum linguae utriusque fastigi tini pieno gradu contendit, sic ut inter doctos jam conspicuus digito monstretur (Op. ed. Ltigd. i53(}, t. 1, p. 198). Conosciuto da Lorenzo de’ Medici il valore del Favorino, il diè per maestro a Giovanni suo figlio, che fu poi Leon X; ed egli ebbe ancora la soprantendenza alla biblioteca di quella illustre famiglia. Entrò nella Congregazione silvestrina nell' Ordine di S. Benedetto, e fra la quiete del chiostro attese a scrivere le sue opere. La prima di esse fu quella intitolata Thesaurus Cornucopiae et Horti Adonidis, stampata da Aldo nel i4()f>> opera nella quale egli fu ajutato da Carlo Antinori fiorentino, uomo assai dotto