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TEltfO li>97 fosse, e che parea disposto a cercargli qualche utile impiego, ma che gli avea risposto che Michele voleva allora continuare i suoi filosofici studi (Lett. p. 80). A lui ancor più onorevole è una lettera latina, scrittagli dallo stesso Manuzio, in cui, dopo avergli spiegato il dispiacer che gli avea recato l’udire che un zio materno di esso era caduto in man de corsari, lo esorta a moderare alquanto il troppo fervido studio, per cui era poc’anzi caduto infermo, e quindi soggiugne: Cui porro ignota est vcl ingeriii fui, vel memorine prue stantia, qui bus non modo ut emineres in lingua Graeca, id quod omnesfatentar, sed ut quacumque re proposita peritissime disputes, facile consecutus es? Itaque jure expetitur a nobilissimis viris amicitia et. consuetudo tua, jure te dilingunt ac laudant, quicumque Patavino Gymnasio doctrinis liberalibus excellunt (Epist punii. I. \, cp. \ \). Paolo Gualdo della Vita del celebre Gianvincenzo Pinelli annovera Michele Sofiano come il primo tra letterati ch’egli si tenne in casa, e da lui dice che apprese la singolar perizia ch'ebbe nel greco. Io credo perciò, che questo Michele sia lo stesso che quel Giovanni Sofiano di cui Pier Vettori in una sua lettera scrive di aver intesa la morte dal suddetto Pinelli, lo dice nato in Grecia, ne loda altamente i costumi, il sapere, l'ingegno, per cui gran perdita nella morte di esso avean fatta le lettere; e aggiugne ch’era stato pregato Benedetto Varchi a scriver qualche cosa in lode del Sofiano, ma ch'egli ancora circa quel tempo stesso era morto d apoplesia (Victor. Epist. l. 5. p. 127).