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1583 LIBRO dottissimi, e se de’ loro studi sì gran frutti raccolser!' le lettere e le scienze. Chiunque prenderà a scorrere la Biblioteca greca di Giannalberto Fabrizio, ove si annoverano le versioni di tutti gli antichi scrittori greci, vedrà che assai poche furono le loro opere che in questo secolo non fossero da qualche Italiano tradotte o in italiano, o in latino; e quanto alle versioni italiane, più ampie notizie ce ne somministrano le Biblioteche de’ Volgarizzatori del P. Paitoni e dell Argelati. Ma io invece di trattenermi nel fare una stucchevole numerazione di traduzioni e di edizioni, mi ristringerò a dire primieramente di alcuni Greci, che accolti e onorati in Italia sul principio del secolo, molto contribuirono a promuover lo studio della lor lingua; quindi di alcuni tra' moltissimi Italiani che o nell insegnarla nelle pubbliche scuole, o co’ libri a illustrazione di essa dati alla luce, si renderon più celebri. Il.più rinomato per avventura fra Greci fu Giovanni, o Giano, Lascari, che pel suo sapere ugualmente che pe suoi onesti costumi, e pel suo raro senno fu a dotti non meno che a’ grandi caro ed accetto. Di lui ha parlato a lungo il Boernero (De doctis homin. graec. p. 199, ec.), ma non in modo che molte cose non si possano aggiugnere da lui ommesse. La nobiltà della famiglia dalla quale egli scendeva, e le speranze che in età ancor giovanile dava del suo ingegno, il fecero amorevolmente accogliere dal Cardinal Bessarione, quando con Teodoro suo padre, fuggendo dalle rovine della patria, fu trasportato in Italia. Mandato