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TERZO 130J e singolarmente il Tafuri (Scritt del Regno di Nap. t 3, par. i, p. 653, ec.). A’tempi di Leon X fu professore di lingua ebraica in 1 ionia, ove avea raccolta una scelta e copiosa biblioteca di codici e di libri a quello studio opportuni. Il sacco di Roma fu a lui ancora, come a tanti altri dotti, fatale, e fra mille pericoli a gran pena si rifugiò in Avignone, ove dal vicelegato Giovanni Niccolai fu amorevolmente accolto. Passò indi a Parigi, ove si acquistò in stima de’ più dotti uomini di quella città, e fu destinato pubblico professore della lingua medesima (Gaillard. l. c p. 310, ec.). Fin da quando egli era in Roma, avea ivi pubblicata una Gramatica ebraica dedicata a Leon X, cui poscia migliorò ed accrebbe, e una nuova edizione ne fece in Parigi nel 1539 Parecchi Comenti innoltre pubblicò sulla sacra Scrittura, de quali ci dà il catalogo, oltre i sopraccitati scrittori, il P. de Long (Bibl. sacra, t. 2, p. 757). Egli venne a morte in Parigi nel 1542, in età di sessantacinque anni (Barrius, de Antiq. et situ Calabr. l. 3, c. 20). IX. Ma fra le lingue straniere quella che eccitò maggiormente l’ entusiasmo degl’ ingegni italiani di questo secolo, fu la greca. Il soggiorno in Italia di tanti Greci tra noi rifugiati dopo la rovina della lor patria, le cattedre di quella lingua in tante città erette e ad essi assegnate, le opere dei loro antichi scrittori da essi recate in Italia, pubblicate, comentate, tradotte, ne stesero e propagarono talmente lo studio, che era anzi disonor d ignorarla, che onore il saperla. Si scorrano tutti i copi