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158:5 unno braeorum sacra, olire una traduzione dell’opera di Jamblico su’ Misterii egiziani stampata in Roma nel 1556, e qualche altro lavoro di somigliante argomento; e più altri che si potrebbono rammentare, se il già detto non provasse abbastanza che non furon lenti gl’ingegni italiani nel volgersi a coltivare quel difficil linguaggio. VII. Come nelle altre scienze, così ancor nelle lingue orientali, e nell’ebraica principalmente, ebbero gli Oltramontani alle loro università alcuni professori italiani colà rifugiatisi per seguire impunemente le nuove eresie. E due furon tra essi di più chiaro nome, Francesco Stancati ed Emanuello Tremellio. Del primo, che fu mantovano di patria, parla a lungo il Bayle (Dict. art. Stancari), e dopo tutti gli altri scrittori della Storia ecclesiastica de’ Protestanti, anche il Gerdesio (Specimen Ital. re forni, p. 337), il qual ne rammenta un trattato della Riformazione da lui composto in lingua italiana, mentr era ancora in Italia, dedicato a’ magistrati veneti, e stampato in Basilea nel 1547, di cui non veggo che i nostri scrittori faccian menzione. Egli era allora probabilmente nella terra di Spilimbergo nel Friuli, ove sappiamo che circa questo tempo ei fu professore di lingua ebraica nell’accademia che a coltivamento di essa e della greca e della latina avea istituita Bernardino Partenio (Liruti, Notiz. de Letter. del Friuli, t. 2, p. 116). Lo scoprirsi, che con ciò egli fece, seguace degli errori di Lutero, lo costrinse a prender la fuga, e andossene dapprima in Cracovia, ove fu professore