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TERZO IO75 accennale Lettere, e la parafrasi già mentovata dell Orazione domenicale, non abbiamo alle stampe che un trattato dell Orazione, stampato nel.1543, e che per essere stato in una ristampa maliziosamente unito ad alcuni trattati di Martino Lutero, fu con essi proibito (Zeno, Note al Fon fan. t. 2, p. 10, ec.). Le meditazioni sui Salmi i3o ei45, delle quali egli scrive in una sua lettera al Sadoleto (Sa(lole/i Epist. t. 1, p. 363, ec.), e un orazione a’ Genovesi della quale ragiona con molta lode il Cortese in una sua lettera (l. c. p. t)3), non credo che abbian veduta la luce. Questi opuscoli sono generalmente accennati dal Sadoleto nella citata Orazion funebre: An mens ejus et sermo, et incredibilis in eo Graccontili, La ti nani rn, tìt braearwnque Literarum scentia, (quae vivit in scriptis, et vie tura est? Plura enim ille confecit sui quidem praesentis ingenii, sed multo magis pietatis et religionis monimenta, ex quibus nos ali qua legimus. Lo studio che della lingua ebraica fece il Fregoso, viene ancor confermato dalla dedica della Gramatica ebraica a lui fatta da Sante Pagnini, di cui diremo tra poco. Nel 1529 tornò in Italia (Sadol. Epist. t 1, p. 275), e per più anni andò a risedere nel suo vescovado di Gubbio, di cui dopo essere stato lungamente amministratore, fu poi veramente vescovo, dacchè nel 1533 rinunciata ebbe la chiesa arcivescovil di Salerno, di cui solo tre anni addietro avea cominciato a godere le rendite. Delle cose da lui operate a pro della diocesi di Gubbio, delle fabbriche da lui innalzate, delle copiose