Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VII, parte 3, Classici italiani, 1824, XII.djvu/422

«5^4 LIBRO 11011 è proprio della elegante maniera di scrivere del Cortese. Ma torniamo al Fregoso. V. Il più dolce conforto ch egli ebbe nelle sue sventure, fu il ricuperare i suoi libri, tra quali or nella sua badia, ora in Lione, passò soavemente alcuni anni. Le molte lettere che in quel tempo corsero tra lui e l suo amicissimo Sadoleto (Sadolet Epist famil. t. 1,p. 2.3o, a34; 253, 299, ec., ec.), ci fan vedere com essi fossero congiunti insieme non solo per unione di sentimenti, ma per somiglianza ancora di studi. Più distinta menzione di questo soggiorno fatto dal Fregoso in quel monastero ci ha lasciata il Sadoleto medesimo nell’ orazion funebre con cui ne onorò la morte: Cum is, dic egli (Op. t. 3, p. 26, ed. veron). ortus familia nobilissima.... cupidus vitae quietioris in Gallicanum Coenobium, quod Christianissimi Regis dono regendum tuendumque susceperat, se contulisset, atque inibi cum Religiosis fratribus nonnullis nocturnam diurnamque operam sacris literis impendens, conciones saepe ad Fratres hortandi, docendi, monendi, consolandique causa more majorum sancissimo rum quideni Patri un et eriuiitissimorum fiabe re t. In questo tempo dovette egli attendere principalmente allo studio delle lingue greca ed ebraica, che in lui loda il Sadoleto nella stessa orazione, e quello della seconda singolarmente ch’egli sopra le altre amava, come raccogliesi da una delle Lettere a lui scritte dal Sadoleto medesimo (l. c. p. 232, ec.). Ivi ancora è probabile ch egli scrivesse gli opuscoli che gli vengono attribuiti, de quali però, oltre le