Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VII, parte 3, Classici italiani, 1824, XII.djvu/42

’ 1 11)4 LIBRO et macilento; d. occhio torbido e poco acuto, di favella et accento Lombardo, quantunque molto si affaticasse di parer Toscano; pieno poi iFira e di sdegno, ambizioso, impaziente, orgoglioso, frenetico, ed incostante (Con futaz. de’ Parad, p. 3). Del suo sdegno più distintamente ragiona in altro luogo (Cataloghi p. 99): Per ubbidire chi debbo, et chi meno (Fogni altra persona me lo dove a comandare, registro questo solo (cioè se stesso) frai collerici et i sdegnosi Costui per la sua collera ardente et subitanea è più volte caduto in gravissime infermità. Essendo nella Città di Napoli molto vezzeggiato da chi non era egli degno di trargli le scarpette, per una sola parolina ruppe; et spezzò una nobile amicizia. che. gli recava honore, utile. et diletto, Molt,- ultra amicizie sì di Donne, come anche d huomini hassi gittato dopo le spalle, sol guidato dalla sua dannosa collera. Essendogli stato donato uno buono et utile podere, per isdegno lo rifiutò. Tutte le volte, ch egli s' adira con cu.no suo padrone o padrona, subitamente lor restituisce quanto mai ricevette di cortesia, et sia di qual prezzo si voglia, in lui può più lo sdegno, che l amore, che F obligo, et che I non può la data fede. Credo io fermamente# ch egli non sia come gli altri huomini rofl posti di quattro elementi, ma d’ira, di sdegno, di collera, e di alterezza. Chi crederebbe ch egli vantisi ancora di odiare gli studi? Conoscendo costui, parla di nuovo di se medi si ino (ivi, p. 115)? quanto sieno oggidì presso I i Principi in poca stima le Lettere, halle /iraH