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l568 LIBRO anirnique multo magis temperamento tran quiilitateque numquam discendit semper etiam et doctrinae studiis aliquid affert, quo delectere, ec. Negli anni seguenti troviamo il Fregoso ora in Bologna, ora in Roma, ora inUrbino, ora in Genova (Bembi Epist. fam. l. 4, ep. 23, 27); ed ei li passò nel coltivare gli ameni studi, benchè avvolto, mentr era in Genova, fra i tumulti delle discordie, pe’ quali anche sembra da una lettera del Bembo che egli e Ottaviano nel 1510 fossero esposti a gran pericoli, e ricevesser gran danno nelle loro sostanze (ib. ep. 25). Oltre l’ amicizia col Bembo, contrassela egli nella corte d’Urbino anche con Baldassar Castiglione, e ne abbiam pruova in una lettera a lui scritta da Federigo nel 1512 (Castigl. Lett. t. 2, p. 321). È probabile che verso questo tempo medesimo egli scrivesse la sua parafrasi dell Orazione domenicale in terza rima, che si ha alle stampe, e ch è riferita anche dal Crescimbeni (Coment, della volg. Poes. t. 2, p. 220), ed essa ci mostra che se il Fregoso avesse continuato ad esercitarsi nella poesia, sarebbe divenuto un de’ migliori e de più eleganti rimatori. Nel detto anno 1512 era il Fregoso in Roma, ove abitando in una casa medesima col Bembo, col Sadoleto e con Camnullo Paieoi ti, si vennero vicendevolmente animando ed aiutando ne più utili e ne’ più dilettevoli studi. Il Bembo scrivendo da Roma nel 1 di gennaio del 1513 a Ottaviano Fregoso, e parlandogli di Federico di lui fratello, Ita, gli dice (Famil. l. 5, ep. 7), jam mores instituit suos ut nihil profecto vel ad studia