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l50i LIBRO qua possimi dilige itila procuro, ut consequi valeat, duodecim linguarum libellum edidit. Edebat et Ambrosius, et licet tarili us a<l propositam metam senex pervenerit, prior tamen incepit, et pi ara, quae viderat, communicavit Del che ei reca in pruova le lettere che tra lui e il Postello erano corse, e che si leggono verso il fine dell’opera stessa. È certo dunque che Teseo prima del Postello cominciò a stampare il suo libro; e che, se questi il prevenne nel pubblicarlo, ei ne fu debitore al medesimo Teseo che gli somministrò molte notizie a ciò necessarie. E oltre ciò, assai più che il Postello innoltrossi Teseo, che tanto maggior numero di alfabeti inserì nella sua opera. A Teseo ancora dobbiamo la pubblicazione de’ Sermoni di d Callisto piacentino sulla Profezia di Aggeo, stampati in Pavia l’an 1540 e in una lettera, che lor va innanzi, ei si sottoscrive: D. Ambrosio di li Conti d Albonecio da Pavia Prevosto. Ili. Io ho voluto stendermi alquanto a rischiarar la memoria di questo canonico regolare, perchè mi è sembrato che ciò si dovesse al primo illustratore di tante lingue orientali che avesse l’Italia. Dopo questi due religiosi, che si possono considerare come i primi ristoratori dello studio di queste lingue, più altri ce ne offre questo secolo stesso, che in molte o in alcune di esse posero diligente studio, e ne dieder pruove co’ libri dati alla luce. Giuseppe Tramezzino veneziano, nipote del celebre stampatore Michele, vien lodato da Paolo Manuzio come uom dotto non sol nel latino e