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TERZO 1561 allevato nella corte Estense. Ed è certo che opera di più vasta estensione riguardo alle lingue orientali non erasi ancor veduta, e ch’essa fa conoscere quale studio avesse in quella fatto il laborioso scrittore, di cui di fatto racconta Isiodoro Clario, in una lettera citata dal Mazzucchelli. che più di dodici ne possedeva perfettamente. Così non avesse egli imbrattata quest’opera con alcune cose cabalistiche, e con qualche superstiziosa credulità, come quella de’ caratteri de’ quali usa il Demonio, che gli furon mostrati da un furbo, e ch’ egli inserì nel suo libro (p. 212). Ma ciò non gli toglie la gloria di essere stato il primo in Europa ad illustrar tante lingue. Questa gloria però gli si volle contrastare dal celebre Guglielmo Postello. Mentre Teseo era in Ferrara, trasferitosi per qualche affare a Venezia, vi trovò il Postello tornato di fresco da Costantinopoli (p. 17, 192, ec.), e n ebbe qualche lume intorno alle lingue, e per gratitudine gli diede copia dell’Orazione dominicale che aveva fatta stampare in caldaico ed in armeno. Tornato poscia a Ferrara Teseo, mandò al Postello a Venezia alcuni alfabeti orientali da lui richiestigli; e il Postello tornato in Francia, ivi pubblicò nel 1538 gli alfabeti di dodici lingue: intorno a che scherzando Teseo dice che il Postello fece con lui ciò che Giovanni fece con Pietro, quando andò al Sepolcro. cioè che Giovanni come più giovane vi giunse prima, ma lasciò che Pietro come più vecchio prima di lui vi entrasse: Juvenis ipse, conchiude Teseo, in Gallias profectus, alias mihi epistolas scripsit, et cium, eptod postulai, Tiraboscjii, Voi XII. 36