Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VII, parte 3, Classici italiani, 1824, XII.djvu/356

l5o8 LIBRO LXXXIV. Lii stona letteraria e i ultimo ramo di questa classe, di cui dobbiamo ricercar gli scrittori ch'ebbe l’Italia. Questo, a dir vero, fu ancor lungi dal giugnere a quella perfezione e a quella esattezza a cui poi è stato condotto Parecchie opere nondimeno uscirono in luce, che alla storia letteraria sono assai utili, quali son ginnano delle imposture e della morte del Ciccarelli, e ne avea ragionato sull’ altrui tede, credendo che altro non avesse fatto quel dotto scrittore che darne qualche cenno. Avendo poi saputo che un non breve Trattato avea su ciò scritto P Allacci, cercai di averlo, ma per P estrema sua rarità non ini essendo riuscito di trovarne copia stampata, per mezzo del mio amico sig. abate Francesco Cancellieri ne ebbi da Roma una copia a penna poco prima che questi fogli si stampassero. In e*sn PAllacci ragiona a lungo delle imposture del Ciccarelli, espone le arti di cui valpasi ad accreditarle, o ricorda fra le altre cose, che Alberico Cibo marchese di Massa, da noi lodato nella prima parte di questo tomo, fu un de’ primi a sospettar della fede del Ciccarelli, e a ridersi de’ monumenti che colui pioduceva. Dallo stesso Trattato io ho appreso a sempre più confermarmi nella mia idea, che Fanusio Campano sia un autore supposto dal Ciccarelli. Perciocché questi in un suo Memoriale, riferito in parte dall’ Allacci, confessa di avere di sua propria autorità posto in fronte a un libro ms. che non avea alcun nome, quello di Giovanni Seiino da lui inventato, e fatto autor di più opere. Or nell' opera del Campano si vede spesso citato il nome dello stesso Sclino, e ci si scuopre perciò, che amendue questi autori sou parti di questo impostore; o che almeno, se il Campano scrisse pur qualche cosa, il Ciccarelli ne alterò e ne forman le memorie, aggiugnendovi moltissime cose a suo capriccio, e facendogli citare autori che mai non erano stati al mondo. ** Ma delle imposture del Ciccarelli ho ragionato a lungo nelle mie Riflessioni siigli Scrittori genealogici, stampate in Padova nel 1781) »».