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l3yO LIBRO E scrivendo a lui stesso dalla Mirandola circa il 1530, dice di aver udite gran lodi di esso dal Manardi e dall’ Antimaco; e che maggiore stima aveane ancor conceputa al leggere una lettera ch’ egli aveagli scritta (ib. p. 929). Fu dapprima in Ferrara per oltre a dodici anni professore di filosofia e di medicina; il che, benchè tacciasi dal Borsetti (Hist. Gymn. Ferr. t. 2, p. 142), è certo però per testimonianza del medesimo Cinzio, il quale tra varie lettere a Bernardo Tasso, una ne ha scritta nel 1558, in cui gli dice (B. Tasso, Lett. t. 2, lett. 128): Ho desiderata io molte volte V. S. in questa Corte, come già gliele vidi, che io, che consumai i miei migliori anni tralle spine della Logica, e nell ampiezza dei campi della Filosofia e delle Medicina, non solo in imparare, ma in insegnare pubblicamente per lo spazio di dodici anni e più... agli altri, avendo a fare così strana metamorfosi (cioè di passare alla cattedra di belle lettere) non le mi sarei partito da lato, sapendo ch ella fin da fanciullo si era data a questi gentili e piacevoli studi. Il passaggio sopraccennato avvenne nel 15 J *? quando morì il Calcagnini che avea occupata finallor quella cattedra; il che confermasi da Giglio Girai li, clic dedicando a Cinzio la sua settima Dissertazione sulle antiche Divinità, ne Fa questo magnifico elogio: Nam primum quantus sis in omni Poetica, poemata tua jam edita facile declarant; tum vero in philosophia et Medicinae facultate in primis tuae adolescentiae annis et florenti aetate tale praebueras specimen, ut inter nostrae urbis,