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TERZO *34c) r amicizia di Paolo Ticpolo ambasciadore della Repubblica; passò nel 1574 in Transilvania invitatovi da quel principe Stefano Bartori, che gli diè l’ incarico di scriver la Storia di que’ paesi, e con lui, quando fu eletto re di Polonia, si trasferì ad abitare in Cracovia. Dopo la morte di questo sovrano, passò alla corte di Vienna, ove dall’ iinpcradore Rodolfo II ebbe l onorevole titolo di suo storiografo. Finalmente circa il i5i)4 chiuse i suoi giorni in Transilvania, ove, non so per qual occasione, si era di nuovo recato. Il servigio però da lui prestato a sì gran principi nol sottrasse agl’incomodi della povertà e al bisogno in cui ritrovossi di vivere negli ultimi anni della sua vita assai frugalmente. E nondimeno le sue opere il rendevano degno di provare gli effetti della più splendida loro munificenza. Fra esse la Storia fiorentina è un de più bei monumenti di questo secolo, e pochi sono gli scrittori latini di storia, di cui pure vi ebbe allor sì gran copia, che a lui si possano paragonare. Egli si dolse però di non averla potuta limare, come avrebbe voluto; e questa fu la ragione per avventura per cui egli o non iscrisse, o non pubblicò la seconda parte che avea promessa. La parte che ne abbiamo, è intitolata Florentinae Historiae Libri VIII priores, e in essi ei non giugne che alla morte di Lorenzo de’ Medici, avvenuta nel i4i)a« Fu stampata in Lione nel 1562; e il trovarsene ora assai poche copie, si attribuisce, all arte che usarono tosto i Medici per sopprimere un opera che al loro nome non era molto