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l3/|8 LIBRO gli uomini dotti di quell’età, i quali si veggono ampiamente raccolti nelle due opere già citate ove ancora intorno alla vita e alle opere del Varchi, e intorno a’ costumi di esso, di cui diversamente ragionan diversi scrittori, più altre circostanze si leggon, ch’io tralascio per brevità. XLVI. Mentre questi scrittori fiorentini colle loro Storie illustravano la lor patria, non meno che la lor lingua, uno scrittore’ veneziano intraprese a trattare in lingua latina lo stesso argomento, e il fece in modo che può andare del pari cogli storici per eleganza e per arte più rinomati. Ei fu Giammichele Bruto, intorno al quale un esattissimo articolo abbiam nell opera del conte Mazzucchelli (Scritt. it. t. 2, par. 4 p 2248), ove fra.le altre cose si recano convincenti pruove a mostrare ch ei fu veramente di patria veneziano, e ch' ivi nacque circa il 1515. Per qualche suo fallo, o per altra sinistra avventura, di che non si hanno più distinte notizie, dovette in età giovanile uscir dalla patria, a cui non tornò che dopo più anni, anzi mai non) vi ebbe stabil soggiorno. La vita del Bruto fu quasi un continuo viaggio ora per varie città d’Italia, or per diverse provincie d’Europa. Fu in Padova, ove molto giovossi della conversazione di Lazzaro Buonamici. Fu in Firenze per qualche tempo, e vi godette dell’ amicizia di Pier Vettori e di Pietro Angelio da Barga. Fu in Lucca .ancora e in altre città. Due volte viaggiò in Francia, e si trattenne lungamente in Lione; scorse la Spagna, e a quella corte si conciliò