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1264 libro fìgliuol del conte Teolilo, e perciò suo nipote, che ebbe in moglie una sorella del conte Guido Rangone. L’eruditissimo dott Barotti che di fresco ci ha dato un lungo ed esatto elogio del Caleagnini (Meni, dili. Ferrar, t. 1, p. 231), benchè rigetti alcune cose intorno ad esso narrate dal Giovio, dell’illegittimità della nascita non fa parola; e sembra con ciò confermarla. Ma ei vuole che il padre di Celio non fosse quel Calcagnino protonotario da me nominato, ma un altro da lui diverso. A me non sembra ch’ei abbia provata abbastanza questa sua opinione; ma essendosi di ciò parlato in questo Giornale di Modena (t. i3 y p. 187), non giova il rientrare in disputa. Ebbe a suo collega nei’primi studi Giglio Gregorio Giraldi, il quale a lui scrivendo (Op. t. 2, p. 582) rammenta il costume di declamare che amendue allor rinnovarono, e ricorda una declamazione da Celio scritta contro i giureconsulti, i quali credendo ch’egli avesse parlato da senno, non poco se ne sdegnarono. Seguì la milizia per qualche tempo nell’esercito delfimperador Massimiliano e in quello di Giulio II, e fu onorato di diverse ambasciate e di onorevoli commissioni (Op. p. 32.4). Col Cardinal Ippolito d’Este viaggiò in Ungheria, ove molte sue lettere cel mostrano nel 1518 e nel 1519 (Op. p. 51, ec.). E in quell’occasione afferma di aver avuta non piccola parte nel far eleggere all imperial dignità Carlo V (Op. p. 325). Tornato indi in Italia, ebbe nell’università di Ferrara sua patria la cattedra di belle lettere, che tenne sino alla morte, se non che ne interruppe il