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(x)0) LIBRO del Castelnau nel tempo, che questi era ambasciatore in Inghilterra. Non meno incerto ed oscuro è ciò che avvenisse del Bruno, poichè ebbe lasciata l’Allemagna. Una lettera da Valente Acidalio scritta nel 1592, e citata dal Bruckero e da altri, ci mostra che correa voce ch’ei fosse allor professore nell’università di Padova. Ma gli storici di essa non fanno menzione alcuna del Bruno, " non è in alcun modo probabile che un uomo, sì apertamente dichiaratosi luterano, fosse invitato a insegnare in quella cattolica università. Lo Scioppio, nella lettera più volte citata, dice soltanto che il Bruno, avendo avuto il coraggio di venire in Italia, fu arrestato in Venezia e tenuto ivi lungamente prigione; che fu poscia mandato a Roma, ove dal tribunale dell'Inquisizione e da diversi teologi esaminato e convinto, or promise di ritrattarsi, or cercò di difendersi, or chiese tempo a risolvere; che passati due anni, e veggendosi chiaramente ch’ei non cercava che di deludere i giudici, a 9 di febbraio del 1600 fu condannato, degradato e consegnato al braccio secolare: quindi chiuso di nuovo in carcere, e lasciati correre altri otto giorni, mostrandosi egli sempre più ostinato, a 17 del medesimo mese fu arso vivo; e innanzi alla morte medesima diede a vedere quell empietà con cui sempre era vissuto, perciocchè postagli innanzi un’immagine di Gesù crocifisso, ei rimiratala con occhio torvo, volse altrove lo sguardo. Così lo Scioppio, che allor trovavasi in Roma. Il Bruckero disputa lungamente per qual ragione fosse il Bruno dannato a morte, se come I