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. SECONDO 6^5 XVI. Mentre il Patrizii sosteneva a un tempo la filosofia di Platone, e insieme ardiva di proporre nuovi sistemi, Bernardino Telesio, mal soddisfatto di Platone non meno che di Aristotele, ma pur credendo che convenisse aver tra gli antichi chi ci guidasse allo scoprimento del vero, pensò di rinnovare il sistema di Parmenide, che al caldo e al freddo, come a due generali principii della natura, riduceva ogni cosa, da lui stesso però allontanandosi non rare volte, e seguendo più il suo ingegno che l altrui scorta. Io non ho potuto veder la Vita, che di questo filosofo ha scritta e stampala Giangiorgio Lottero, ma un diligente compendio ce ne ha dato il Bruckero (t 4? P- 449* ec)> di cui, e insieme di ciò che dopo altri autori napoletani ne ha scritto il march Salvatore Spiriti (Scritt. cosent, p. 83, ec.), mi varrò io a questo luogo. Era Bernardino natio di Cosenza e uscito d'illustre famiglia, e nipote di quell’Antonio professore di belle lettere, di cui altrove diremo. Nato nel 1508, secondo il Lottero, o nell'anno seguente, secondo il march Spiriti, sotto la direzione del zio, che allora teneva scuola in Milano, fece in questa città i suoi studii, e nell’amena letteratura, nelle lingue greca e latina, e nella filosofia si avanzò felicemente. Passato col medesimo zio a Roma nel i5:ì5, fu involto due anni appresso nelle sciagure del sacco a cui quella città fu soggetta e spogliato di ogni suo avere, fu ancora racchiuso in carcere, da cui poscia fu tratto per opera di Bernardino Martirano, che avea servito da segretario al Borbone. Ritiratosi allora a Padova, tutto si diede