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SECOLO 67 3 Ispagna al co. Baldassar Castiglione. Egli è vero che presso il Patrizii la narrazione è mista colle favole mitologiche, e il diluvio si attribuisce a Saturno e a Giove. Ma così dovea egli fare, volendo porre il racconto in bocca a un idolatra. Del rimanente il sistema è lo stesso, e per non allungarmi di troppo, eccone in pruova un breve tratto: Col quale horrendo crollamento, e fulminamento aprendo in molti luoghi la terra e rompendola, ella cadde tutta nelle proprie caverne di sotto, et se medesima assorse et riempì. Da che avvenne, che ella et minor divenne, et s'allontanò per infinito spatio dal Cielo, et seppellì se in se stessa, et tutte le cose, che erano dentro a lei. Et gli Elementi, che più si trovaron alti, furono dal peso di lei, e dal ri stringimento delle parti spremuti fuora; et secondo che più ciascuno era leggiero et puro, volò più alto, et più al Cielo s avvicinò. Ma quelle parti di loro, alle quali fu chiusa l uscita dalle ruine, che occuparono le caverne, si rimasero sotto, tale nelle medesime caverne prime, et tale anche mutò luogo. Et è avvenuto, che dove maggior mole di terreno cadde, et non poteo essere dalle caverne inghiottito, rimase eminente, et poi calcato del suo proprio peso, et dal freddo per la lontananza del cielo condensato, è monte et sasso divenuto. Et dove nel cadere svallarono le gran moli della spezzata terra, rimasero da lei scoperte le acque, onde furono i mari, i laghi, i fiumi, e le grandi, et piccole Isole, et gli scogli sparsi per lo alto mare. Et i metalli, l'oro, l'argento, et gli altri, che erano Tiuàboschi, Voi. XI. 5