Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VII, parte 2, Classici italiani, 1824, XI.djvu/71

SECONDO Q'J 1 nè può essere di alcun vantaggio il qui ripeterlo. Ma se egli non è sluto l’elice ne’ suoi pensamenti, gli si dee almeno la lode di avere assai ben confutati parecchi errori d’ Aristotele e di altri antichi filosofi. Innoltre non gli si può negare la gloria di essere stato un de’ primi ad osservare attentamente i fenomeni della natura. In varii passi delle sue opere egli ci narra le osservazioni che fatte avea ne' suoi viaggi in Cipro, in Corfù, in Ispagna, nella sua patria e sulle montagne del modenese (Panaug. l. 3: Pancosm. l. 15, 27), intorno alla luce, al flusso e al riflusso e alla salsedine del mare, e intorno a più altri punti dell’ astronomia, della meteorologia e della storia naturale. Egli ci addita innoltre negli antichi filosofi molte opinioni che poi da' moderni sono state di nuovo proposte e con più felicità sostenute, e fra le altre veggiamo da lui accennato il sistema del diverso sesso delle piante (Discuss. peripat. t. 2, l.5 sub fin.)* Egli si sollevò ancora sopra i volgari pregiudizii, rigettando l astrologia giudiciaria che avea tuttora molti seguaci (Pancosm. l. 21). Vastissima è l’erudizione che nell’opere del Patrizii si scorge, non sol riguardo ai filosofi antichi, ma ancor riguardo a’ moderni. Ei ragiona dei’ sistemi astronomici di Copernico 7 di Ticon Brahe, del Fracastoro, di Giambattista Torre (ib. l. 12); ei nomina tuttii i moderni autori che scritto aveano del flusso e del riflusso del mare, alcuni de quali appena or son conosciuti, cioè Federigo Grisogono, che due anni avanti alla nascita del Patrizii, primo fra tutti, avea su ciò pubblicato un