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670 LIBRO c tulli poi insieme riuniti in Basilea dieci anni appresso. In essa sembra che al principio ei voglia illustrare Aristotele, di cui nel primo tomo con erudizion singolare, e forse fin a que tempi non mai veduta, ricerca la vita, i costumi e le opere e le diverse vicende della dottrina; ma poscia contro di lui si scaglia furiosamente, e mostra ch’ei si è dipartito dalla dottrina de più antichi e dei migliori filosofi; che ha travolte e guaste le loro opinioni; che le stesse opere di Aristotele sono state adulterate da' discepoli e da’ seguaci di esso. Non pago il Patrizii di avere così atterrata la filosofia peripatetica, volle egli fondarne una nuova, o a dir meglio rinnovar la platonica, ma con que cambiamenti che a lui parvero opportuni. Ciò egli eseguì coll’ altra sua opera poc’ anzi citata, a cui perciò diede egli il titolo di Nuova Filosofia. Ella è divisa in quattro parti; la prima intitolata Panaugia ossia della luce, la seconda Panarchia cioè dei principii! delle cose, la terza Pampsychia o dell’ anima; la quarta Pancosmia cioè del mondo, con altri opuscoli attribuiti a Zoroastre, a Trismegisto, ad Asclepio da lui tradotti, ed altri trattatelli dello stesso argomento. La Filosofia del Patrizii è in somma la stessa che la platonica, ma più cose egli vi aggiugne del suo, e adotta spesso i principii del Telesio, di cui diremo tra poco. Il sistema da lui proposto, che non è altro, a dir vero, che un composto (d inutili sottigliezze e di sogni, si può vedere esposto in breve dal Bruckero e dagli altri autori da lui citati (Hist PhiL t p. 425, ec.j Supplem. p. 754, ec.);