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654 ‘LIBRO Contemplazioni; et il Sig. Niccolò Contarini de perfectione rerum, ambidue Patrizj Vme ti, i quali se abbian saputo impugnare Aristotile, dicalo Aristotile stesso, che morto, com è, credo se ne senta trafitto. Ma che direm noi del Sig. Giambattista Raimondo uomo di tanta letteratura e di tanta dottrina, di così esquisita notizia di scienze et di lingue r et così caro all Illustriss. Sig. Cardinal di S. Giorgio, di cui egli è continuo commensale, con una plejade di cappati et di finis sirni virtuosi? Questi, dico, impugna Aristotile in cento luoghi, et convince le sue falsità con evidentissime dimostrationi, per non dire ora del Telesi a, giùgulatore della dottrina peripatetica in più dozzine di luoghi. Tra’ nimici d Aristotele deesi annoverare ancora Mario Nizzoli, di cui altrove diremo più a lungo, che ne impugnò il sistema ed il metodo nella sua opera De veris principiis et vera ratione philosophandi contra pseudo-philosophos, stampata nel 1553. In esse quanto saggiamente ei combatte le opinioni peripatetiche, altrettanto poco felice si mostra nel proporne altre nuove. E nondimeno tal conto ne ha fatto il Leibnizio, che ce ne ha data una nuova edizione, illustrandola con una sua prefazione (a). Fra questi Platonici, a1 quali si dee (a) IJn moderno scrittore (Agatop. Cromaz. Della Restauraz. d ogni Filosofia, t. 1, p. 155) deride il Nizzoli, e sente meraviglia che il Leibnizio pensasse a pubhlic irne nuovamente quell’opera. Ecco dunque uno scrittore che in cose filosofiche giudica diversamente dal Leibnizio. Ognuno può decidere per se medesimo se debba farsi più conto delle lodi del Leibnizio, o de biasimi di Agatopisto.