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SECONDO |o83 Caleagnini un magnifico elogio in una lettera a lui medesimo scritta da Buda nel 1518: Vix possem eloqui (Op. p. 53), Cammille vir (doctissime, quantum me alliciat ac teneat tua isthaec amoenitas ingenii ad omnes praeclaras disciplinas nati. Mitto studia forensia, in quibus longe praecellis, mitto legum arcana, in quibus nihil est tibi inexcussum, intpervium, fiiA/7 obscurum. Sed quum in has etiam nostrates studiorum amaenitates descendis, quanto id facis judicio, quanto haec scrutaris acumine, ut si hoc unum agas vix, tibi ad ea exploranda otium aut ad recolenda suppetere posse videatur memoria! In due altre lettere però lo avvisa che si spargon di lui poco onorevoli voci, cioè che abbia più riguardo all’amicizia che all’ equità, e che antiponga le ricchezze alla giustizia. E noi potremmo, se avessimo agio a tanto, in somigliante maniera andare scorrendo per le altre università più rinomate d’Italia, e ognuna di esse ci additerebbe un gran numero di legisti che ad essa accrebber gran nome. XV. Fra tanti celebri professori di civile giurisprudenza non dee tacersi il nome di uno che, benchè mai dalla cattedra non l insegnasse, le giovò nondimeno al par di chiunque e più ancora di molti. Ei fu Lelio Torelli, di cui assai a lungo ragionasi dal can Salvino Sai vini (Fasti consol dell' Accad fiorent, p. 130, ec.), che ne ha ancora pubblicata l Orazion funebre recitata da Filippo Sasseti, e dal sig Domenico Maria Man ni (Sigilli, t. 9, sig 22; t 21, giunta 1), dietro a’