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SECONDO I O" I il Panciroli un lungo elogio di Alberto Panciroli reggiano suo padre, che istruito nelle leggi da Giason Maino in Pavia, da Carlo Ruino in Bologna, da Giammaria Riminaldi in Ferrara, esercitò nella patria per molti anni e con molta lode di sapere non meno che di probità l’ impiego d avvocato, e 'diè fine a’ suoi giorni nel 1565 (c. 171) (a). Accenna in seguito cinque illustri giureconsulti sanesi (c. 17^), Rinaldo, Federico e Giovanni fratelli Petrucci, il primo de’ quali fu poi auditor del pontefice Giulio III, e Lodovico Borghesi e Girolamo Malevolti professori amendue nell’università di Macerata, e il secondo in quella ancora di Pisa, e tre non meno famosi giureconsulti novaresi (c. 170, 176), cioè Giamhatista Piotti, Girolamo T01nielli e Giamhatista Tornielli di lui nipote. Fra questi parla del secondo più lungamente, e rammenta il frequente passar eh’ ei fece dal1’università di Torino a quella di Pavia, e da questa di nuovo a quella, e 1’onorevol carica di senatore ch’egli ebbe dal duca di Savoia, 0 la cattedra da lui sostenuta in Padova dal i544 fino al i563 collo stipendio negli ultimi anni di ii5o fiorini, finché per l’ultima volta richiamato a Pavia, ivi si morì nel 1675 (Facciol. I. cit. p. 1347 i4°)• Anche Ugo Buoncompagni, che fu poi papa Gregorio XIII, si (a) ISon è solo Guido Panciroli che abbia parlato con lode di Alberto suo padre; altri scrittori di que’ tempi ne scrissero con grandi elogi, come si può vedere nella Biblioteca modenese (t. 4 » P* 5, ec. i t. 6, p. 155).