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SECONDO I o63 per attendere più tranquillamente a’suoi studi. Ma presto invogliossi di nuovo di salir sulle cattedre, e raccomandossi per lettere a" suoi amici, perchè il facessero chiamare o a Padova, o a Pisa, o a Ferrara, o a Bologna, suggerendo anche loro qualche artifìcio, perchè il facessero richiamare ad Avignone. Queste pratiche allora non riuscirono, e lo sconvolgimento in cui era allor per le guerre la Lombardia, e i danni che n ebbe egli stesso, il fecer risolvere a lasciare l’Italia e a tornare in Avignone. Ivi egli era nelfollobre delioaS, come raccogliam da una lettera del Sadoleto a Lazzaro Buonamici, scritta a' 31 del detto mese: quamquam Avenione est Alciatus vir omni cultissimus doc trina, miìiique amirissinius (Sadol. Epist Famil. t. 1, p. 2/(3, ed. Rom.). Non sembra però, che ivi ei fosse di nuovo scelto a interpretare le leggi. Un altro più onorevole invito ebbe in vece l Alciati, cioè dalla università di Bourges collo stipendio di 600 scudi, ov’ei si recò verso la fine del detto anno. Ma appena egli vi era, cercò per opera del Sadoleto di tornare in Italia e di esser chiamato a Bologna. I cittadini di Bourges però si adoperaron per modo, ch’egli vi si trattenne fino al 1532. Se gli onori e i vantaggi avesser potuto fissare l incostante umor dell’Alciati, non mai ei ne sarebbe partito. Allo stipendio accennato aggiunse il re di Francia una pensione di altri 300 scudi. Il Delfino venuto un giorno ad udirlo, gli fè’ dono d’una medaglia d’oro, che valeane 400 Lo stesso re Francesco I ne onorò una volta la scuola, e l Alciati, benchè sorpreso, gli recitò improvvisamente