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10G2 LiLRo accresciutogli lo stipendio di altri 100 scudi, si vide ancor crescere il numero degli scolari sino ad 800. Erasmo, che da Bonifacio Amerbachio ebbe avviso del gran valore dell’Alciati, gli scrisse nel 1521 lettera di congratulazione (Erasm. Epist. t. 1, ep..600), nella quale altamente ne loda eruditionem pro modo aetatis poene ine redibitori, et mores niveos omnibus (jue gratiis refertos. A tanti applausi la vanità, da cui FAlciati non seppe mai abbastanza difendersi, cominciò a gonfiarlo: Scribitur ad me, scrivea egli nel 1520 a Francesco Calvi (post epist. marq. Gudii, p 77), undique gentium, ab Anglis, Saxonibus, Belgis, Pannonibus, ut nullo non loco reperiatur, qui vel ex scriptis vel ex doctissimorum relatione Alciatum non agnoscat. Dedit ad me nuper li te ras Joannes Cuspinianus in Austria Senatus Praeses, dedit Claudius Metensis ex Basilea, dedere ceteri docti, ec. Aveagli il Calvi proposta una cattedra nell’università di Ferrara, e l Alciati non isperando trovar altrove vantaggi ed oneri più grandi di quei’ che allora godeva, la ricusò. Leon X, a cui serviva l’Alciati leggendo in Avignone, lo onorò delle divise di conte Palatino Lateranense. Ciò non ostante le istanze di sua madre e di un suo zio, le infelici circostanze de’ tempi, per cui gli Avignonesi sminuirgli volevano lo stipendio, e forse più ch’ogni altra cosa, una certa incostanza ch era naturale all’Alciati, lo determinarono a tornare a Milano nell’anno 1521. Ripigliò ivi l'impiego di avvocato, e scelto da’ suoi concittadini all’onorevole carica di vicario di provvisione, la ricusò, solo