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SF.COKDO 1055 leggi in Pavia, in V alcuza nel Debbiato, ili Turino e in Padova, onorato delle cariche di senatore dal duca di Savoia, e da Carlo V de’ titoli di cavaliere e di conte Palatino, e rimunerato in Padova collo stipendio di mille annui ducati, di cui ci ha l’atto l’elogio il Ghilini (Teatro d Uomini letter. t. 1, p. 180, ec.); e tratteniamoci alquanto più a lungo nel ragionare di un altro giureconsulto che e pel nome de’ suoi antenati e pel suo valore medesimo fu de’ più illustri. Parlo di Mariano Soccini sanese, detto il giovine a distinzione del vecchio, di cui fu nipote per mezzo di Alessandro di lui figliuolo. Nato in Siena nel i4$27 e istruito nelle belle lettere e nella giurisprudenza prima in patria, poi in Bologna, alla scuola di Bartolommeo suo zio. tornò poscia con esso a Siena, e ivi in età di 21 anni, ricevuta la laurea, cominciò a tenere scuola di legge e a spiegare le Istituzioni (Pancir. I. eit. c. 1*61), e quindi a interpretare alternativamente un anno il Diritto civile, un altro l’ecclesiastico. Così egli stette in patria fino al 1517. nel qual anno passò alla cattedra di legge nell’università di Pisa collo stipendio di 302 fiorini d’oro in oro (Fabbrucci ap. Calog. t. 51, p. 82). Ma avendo ivi a suo competitore, non Girolamo Detto, come dice il Panciroli, ma Ermanozzo Deto, come corregge il Fabbrucci, parve che il Soccini non sostenesse abbastanza il nome che di lui era precorso. Sette anni appresso tornossene alla sua patria, dalla quale in quel frattempo due volte era stato inviato ambasciadore, prima alla Repubblica fiorentina, poscia a Leon X. Appena però