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biano da Monte S. Savino avvocato concistorale e avolo del pontefice Giulio III (c. 147), e Gianfrancesco Burla piacentino professore in Pavia e più lungamente in Padova (c. 148), la cui memoria è stata più esattamente illustrata dal co. Mazzucchelli (Scritt it. t. 2, par. 4, p. 2445); Marcantonio Baviera bolognese, Mario Salomoni degli Alberteschi romano (c. 136), avvocato concistorale, di cui parla anche il P. Caraffa (De Profess. Gymn, rom. l. 2, p. 103), e reca gli elogi con cui il Ficardo ea’altri scrittori hanno ragionato di questo illustre giureconsulto; e Antonio Orsato padovano (c. 151) e Pantaleo Caldieri cremasco (c. 152).

III. Fra i più celebri giureconsulti che fiorirono al principio di questo secolo, fu Francesco Corti pavese. Secondo il Panciroli (c. 154), ei non era della nobil famiglia di questo nome, ma figlio di una sorella dell’altro Francesco Corti da noi nominato nel precedente tomo, da cui prese il cognome, e fu fratello del medico Matteo da noi già rammentato. Ebbe dapprima in Pavia la cattedra de’ Feudi, quindi fu in Mantova

    suo umor capriccioso irritato il viceré D. Pietro di Toledo, fu costretto a fuggire, e ritiratosi prima in Francia, ov’ebbe il titolo di regio consigliere, e ove di giureconsulto divenuto teologo, impugnò con più opere i novatori, si stabili finalmente in Roma, e vi ebbe onorevoli impieghi sotto Paolo IV, e fini ivi di vivere nel 1564. Di lui c delle molte opere da lui composte, e così pure degli altri giureconsulti napoletani si posson vedere le copiose notizie che ci ha date il sig. Lorenzo Giustiniani nelle sue Memorie degli Scrittori legali del regno di Napoli, stampate in Napoli in tre tomi in-4 nel 1787, ec.